Caro massaggiatore,
sono il Dott. Massimo Filippi, Presidente di Zone Riflesse e Fisioterapista esperto nella manipolazione fasciale.
Voglio confidarti un segreto: da circa un paio di anni, mi piace fare visita agli allievi di Zone Riflesse per vedere come massaggiano il corpo.
Non lo faccio per giudicare…
Bensì per sentire le diverse manualità, capire come muovono le mani e intuire il ragionamento dietro al massaggio.
E durante tutti i trattamenti di decontratturante mi sono accorto di tre fattori che fanno la differenza tra il trattare la problematica della persona o dare soltanto una precaria sensazione di relax…
Questi tre punti che stai per leggere, a primo acchito possono sembrare semplici o anche scontati, tuttavia credimi se ti dico che non lo sono affatto.
Il primo è…
Come Roma non è stata costruita in un giorno, pure a noi massaggiatori serve tempo e pratica per diventare esperti e perfezionarci.
L’esperienza sul campo colma qualsiasi lacuna tecnica o teorica che puoi avere.
Massaggiando più clienti durante la settimana diventerai più consapevole della sensazione che ricevi sulle tue mani dal corpo del cliente.
Di conseguenza, diventerai più bravo nel risolvere le casistiche che ti capitano e nel riequilibrare il corpo della persona.
Mi è capitato più volte di andare da un massaggiatore che mi dicevano essere bravo…
Per poi vedere che iniziava subito il massaggio senza neanche aver prima fatto un minimo di valutazione…
Senza avermi chiesto il perché ero lì, quali erano i miei obiettivi, che tipo di fastidio sentivo, per intenderci.
Infatti, quando venivo trattato percepivo che l’operatore NON aveva capito il mio vero problema.
Non dico che non sia stato piacevole, però è servito a poco perché non mi ha risolto la problematica che avevo.
Quando muovi le mani sul corpo del cliente occorre sapere cosa stai toccando, come lo devi massaggiare e cosa si trova sotto le tue dita.
Devi conoscere quanta pressione puoi mettere, in che modo e in quale direzione.
Questi sono tutti fattori fondamentali per la buona riuscita del massaggio.
Mi sono ritrovato in varie situazioni dove l’operatore non esercitava abbastanza pressione nei punti contratti per paura di farmi male…
Ogni tanto mi sembrava pure che muovesse le mani senza nemmeno sapere cosa stesse toccando e senza seguire la direzione dei muscoli…
Sbagliando in aggiunta la quantità di olio o crema che utilizzava (che rendevano il corpo troppo oleoso per essere analizzato e valutato).
E che tu ci creda o meno, ti garantisco che mi è successo un sacco di volte.
Se te ne parlo soltanto ora è perché da questa esperienza che ho avuto è nata la manualità che ho chiamato “Mio-Decontratturante”.
La manovra di base è la stessa, rivisitata però con gli occhi di un Fisioterapista.
Quindi sotto un aspetto, se vogliamo, più clinico.
Orientata dunque a donare un beneficio al cliente che duri nel tempo.
Per questa ragione, se sei familiare con il decontratturante classico, sono sicuro ti accorgerai che Mio-Decontratturante è assai diverso rispetto a ciò che già conosci…
E – forse – andrà pure contro ad alcuni concetti che ti hanno insegnato.
Bando alle ciance, ecco come funziona la tecnica…
Questa manualità si basa su:
I cinque pilastri del Mio-Decontratturante sono:
Troppe volte al massaggiatore manca proprio una conoscenza anatomica di base.
Il che non vuol dire conoscere alla perfezione il muscolo…
Quanto meno però com’è disposto, l’orientamento delle fibre, qual è il suo compito, dove inizia e dove finisce.
Anche un’infarinatura generale è più che sufficiente.
Nel decontratturante avere queste informazioni è fondamentale perché per distendere un determinato muscolo, occorre trattarlo dall’inizio alla fine.
Tuttavia, se non so dove inizia o dove finisce, come fai a lavorarlo bene?
E questo poi si riflette anche nel beneficio finale che donerai al cliente.
Per farti un esempio più concreto, se una persona viene perché ha un fastidio ai muscoli adduttori, devi sapere perlomeno quanti sono, dove sono, come toccarli, come sentirli e come capire se sono nel punto giusto.
Se ti dico che ho un affaticamento alle gambe, questo non è di per sé una valutazione del problema.
Perché ti serve inoltre sapere cosa è accaduto, come si è generato, se è la prima volta che mi capita, dove si trova di preciso, che tipo di fastidio sento, se sono già stato da qualcun altro, se ho anche altre problematiche, ecc.
In sostanza, occorre valutare il problema a 360°.
Fai una valutazione anche con la persona riguardo al motivo per cui è venuta con domande più specifiche.
Quindi, se un cliente da te perché è affaticato nella parte del quadricipite è importante capire quale movimento gli fa più male, in che modo gli fa più male, e chiedigli anche di farti vedere come lo muove.
Queste domande ti aiuteranno ad avere un quadro del cliente molto più chiaro e ti permetteranno di andare a risolvere le problematiche che hanno spinto la persona a venire da te.
Una cosa che non ho mai visto fare è che quando viene un cliente che ha un fastidio, chiedergli prima e dopo il tuo massaggio, come si sente.
Sia a livello generico che del problema percepito.
Fargli queste domande ti fornisce una valutazione più accurata del cliente.
Già con questo piccolo consiglio, ti assicuro che i tuoi clienti si sentiranno molto più compresi, molto più coccolati e si affezioneranno molto di più a te rispetto a prima che tu tenessi queste accortezze.
Per questo motivo ritengo la valutazione del problema un aspetto essenziale per un operatore olistico.
Vuoi riequilibrare il tuo cliente? Vuoi stimolarne l’auto-guarigione? Vuoi massaggiarlo per dargli un beneficio?
Bene. Ti serve allora valutare ammodo il suo squilibrio.
Senza questa valutazione non sarai mai in grado di capire quali muscoli sono coinvolti nel problema.
Nel momento in cui andiamo a massaggiare un muscolo, questo ha un orientamento delle fibre muscolari.
Le fibre muscolari sono disposte in un certo modo.
E quando faccio un lavoro decontratturante, io devo andare a massaggiare le fibre sia in senso longitudinale che trasversale.
Non basta la classica tecnica dell’impastamento e del frizionamento.
Bisogna pure andare un po’ più decisi, seguendo le fibre del muscolo e il modo in cui esso si muove.
Se vuoi decontrarre la muscolatura del quadricipite ad esempio, le tue manualità saranno sia in senso longitudinale, e anche trasversale.
E se ti vuoi fermare su alcuni punti, lo farai sempre in entrambe le maniere.
Mi è capitato che avevo magari un dolore al polpaccio, e la manualità applicata era solo in senso longitudinale e mai trasversale.
Questo è molto importante perché il tessuto muscolare ha un orientamento che più o meno è standard…
Ma la fascia che è sopra il muscolo e l’avvolge, quella va in tutte le direzioni.
Quindi dobbiamo assolutamente lavorare sia in un verso che in un altro.
Ricordati quindi i diversi orientamenti delle fibre.
Una domanda che mi viene fatta sempre ai corsi è la seguente:
“Si però al cliente non bisogna fargli male, occorre stare delicati perché se gli fai sentire troppo dolore il corpo si irrigidisce di più e diventa più contratto, perciò vado leggero”.
Questa affermazione in parte è vera, però viene spesso fraintesa.
Vedi, la contrattura non è altro che un cambiamento del tono del muscolo…
Noi, per scioglierla dobbiamo generare uno shock muscolare…
E l’unico modo per farlo è andando in profondità, aumentando la pressione con un massaggio più intenso.
Solo così stimoli l’auto-guarigione del muscolo.
Tuttavia, bisogna accettare la realtà che più vai in profondità, più aumenta il dolore percepito.
Ma è lì che risolvi la problematica del cliente in maniera duratura.
NON devi conoscere tutti i punti di blocco miofasciale.
Ti basta conoscere quelle zone dove è più probabile ci siano delle tensioni e delle contratture.
Mi riferisco ai trigger point.
Questi punti, in un buon massaggio decontratturante non possono essere sorvolati perché possono sbloccare tutta la struttura muscolare.
Quindi, non sono un optional se desideri riequilibrare il corpo della persona.
Questi cinque pilastri trasformano il decontratturante come lo hai sempre conosciuto nel Mio-Decontratturante…
Una tecnica in grado di risolvere molte più problematiche del cliente e di donargli molti più benefici.
All’evento del video corso ti mostrerò dal lato pratico come applicare il Mio-Decontratturante ogni qualvolta la situazione lo richiede.
E, grazie alla qualità delle riprese video avrai modo di osservarmi da vicino mentre eseguo ogni singola manovra.
Inoltre…
All’interno della nostra Summer Box 2022 ti aspettano videocorsi, DVD, libri, accessori, eventi dal vivo registrati e altro materiale ancora per un valore minimo di 400€.
Puoi però riceverla a casa tua gratis entro il 31 luglio se deciderai di acquistare il nostro videocorso sul decontratturante.
Arrivati a questo punto, se vuoi approfittarne non devi far altro che…
Grazie per la tua attenzione e a presto,
Dott. Massimo Filippi
The Performance Lab srl
via Francesco Baracca, 88
36100 - Vicenza
P.IVA 04323080244
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